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(Archivio) DAL 5 AL 17 MARZO 2016___DONNA: SINGOLARE FEMMINILE Dal punto di vista di sette artiste…
GALLERIA S.ANDREA via Cavestro 6, Parma_
L'associazione U.C.A.I. Sezione di Parma è lieta di presentare la QUARTA EDIZIONE della mostra
DONNA: SINGOLARE FEMMINILE Dal punto di vista di sette artiste…
INAUGURAZIONE SABATO 5 MARZO 2016 ALLE ORE 17.00
presso GALLERIA S.ANDREA via Cavestro 6, Parma
DAL 5 AL 17 MARZO 2016
ESTER AIMI FRANCESCA CASSONI ELENA IORI MIRELLA LANFRANCHI MARIA GRAZIA PASSINI ROSANNA ROSSI LIDIA TEDOLDI
apertura ad ingresso gratuito: da martedì a sabato 10-12 e 16-19; domenica 16-19; lunedì chiusura
E' una narrazione polifonica quella che prenderà vita nella Galleria S. Andrea a partire da sabato 5 marzo, un racconto a sette voci di altrettante pittrici che con le loro opere figurative, informali o materiche, rappresentano molteplici sfumature di femminilità: da quella estrema, radicale, sovversiva di Elena Iori a quella misteriosa ed enigmatica di Mirella Lanfranchi, da quella esplosiva ed incisiva di Francesca Cassoni, a quella delicata e meditativa di Lidia Tedoldi, da quella combattiva e lirica di Maria Grazia Passini a quella più decorativa e materna di Ester Aimi, fino a quella raffinata ed elegante di Rosanna Rossi. Nonostante la diversità di età, percorsi artistici e di vita tutte attraverso l'Arte sono accomunate nel mettere a nudo la propria anima, intimità e passioni di donne artiste. Di seguito un breve ritratto di ciascuna.
Ester Aimi: I dipinti di Ester Aimi comunicano il suo sentire più profondo infatti oltre a manifestare un’insopprimibile gioia di vivere e una costante meraviglia per tutto ciò che di bello possiamo trovare in quello che ci circonda, si intuisce l'amore che ha dentro e il rapporto materno nel momento in cui madre e figlia sembrano una cosa sola, testimoni di un sentimento universale che percorre tutte le culture e l’evocazione del classico... Usa la macchina fotografica per catturare ciò che colpisce la sua fantasia, ma la resa sulla tela si impreziosisce di personalità e sentimento, di elementi decorativi in foglia d’oro e di rame, di evanescenze da cui fanno capolino dolci visi di donna, di sinuosità che ricordano l’Art Dèco. La figura umana si esprime in funzione della decorazione e viceversa… (Mario Calidoni)
Francesca Cassoni: Quella di Francesca è una pittura da amare o odiare, senza compromessi. Linee, intrecci, sovrapposizioni, accostamenti, scansioni orizzontali e verticali definiscono la superficie di una pittura capace di immagini che affiorano da essa stessa. E’ la pittura che genera le immagini, un accrescimento organico che segue le regole di un’immaginazione che è invenzione, traccia misteriosa, pulsione, proiezione. La pittura non è cronaca della vita, è vita essa stessa e le colature di colore, i segni, la materia pittorica non hanno bisogno di ricorrere ad alcuna forma in quanto parlano, suggeriscono, emozionano il cuore e la mente di chi osserva…(Mauro Marchini)
Elena Iori: Quest’opera rappresenta una donna, che non vorrebbe spiegare nulla di sè… Tanto più a parole, visto che si tratta di un autoritratto. O si capisce o no, non ho altri mezzi per farmi capire se non con il colore; le parole, si, possono descrivere ma non hanno la forza della follia della fantasia di un borderline… io sono materia, natura e caos incomprensibile, indomabile…quindi passerete attraverso lo specchio, per vedere il mondo attraverso i miei occhi. Mi metto a nudo, non per essere giudicata, ma per evidenziare che anche una donna bipolare, può fare la differenza, non le manca nulla, anzi ha qualcosa in più: la fierezza di essere donna. (Elena Iori)
Mirella Lanfranchi: ... Mirella Lanfranchi tesse i misteri dell' “essere donna”. Da una parte, tramite le influenze del lavoro svolto nel mondo della moda e del design, ci presenta figure androgine o donne con volti perfetti dal fascino accattivante e ambiguo che sembrano uscite da riviste patinate. Queste in alcuni casi indossano una maschera che, oltre a essere citazione teatrale, ci spinge a chiederci se sia voluta o costretta, in particolare nel gioco del “riso-pianto”. Dall'altra abbatte ogni artificio “modaiolo” ed esprime un ancestrale legame della donna con la propria spiritualità e con la natura. (…) Ed ecco che la pittrice allora ci presenta un'idea di donna (e si mostra lei stessa?!) in veste di strega o moira che regge i fili del destino umano come i fili che controllano i burattini, ed è in grado di vedere oltre. Questi dipinti sono legati dal colore rosso che in quantità e sfumature diverse appare e scompare nelle trame delle tele e sfida l'osservatore a cercarlo. (Annalisa Mombelli)
Maria Grazia Passini: “...in pittura ha prevalso la visione libera, ardita e spirituale della vetta del Bernina realizzata da Maria Grazia Passini con la sua tecnica materica e sintetica, in grado di restituire con pochi spessori di colore non solo il profilo esteriore di una cima ma la sua stessa forza, la magia, la voce profonda ed insieme altissima della montagna. Passini ha reso così lo spirito più libero e sublime della Svizzera e la sua natura pacifica ma indomita” (Gazzetta di Parma, 25 febbraio 2016, Cronaca)
Rosanna Rossi: “in occasione della collettiva dedicata alla DONNA, Rosanna Rossi vuole ricordare l'inizio delle sue passioni per la pittura con i Figurini dell'Accademia Marangoni di Milano, con schizzi degli anni 1958-60. In quegli anni si classifica terza ad un concorso nazionale su diciottomila concorrenti di tutta Italia. Il suo Figurino viene presentato alle sfilate di Chino Bert e Michel Gomà. Aristide Barilli parla di Lei sul Resto del Carlino e le offre di disegnare sulla Pagina della Donna nel 1961. Al centro presento un'opera PopArt intitolata la Gonna Rossa. Tutti i bozzetti incorniciati spiritosamente sono esercizi di scuola per imparare a dipingere i tessuti di organza, pizzi, e pellicce. I bozzetti piccoli appartengono alle collezioni che i figurinisti creano per le case di moda”
Lidia Tedoldi: “… da anni porta avanti un discorso serio ed appassionato tra paesaggio, figura e natura morta. Sono strade che conducono al cielo, alberi riconoscibili ma volutamente non raccontati nei particolari più ovvii e tradizionali: soprattutto una campagna ed una collina fatte più di sensazioni e di pennellate gestuali che di realtà vera e propria. Si potrebbe definire come “l'elogio del verde” o “il verde come filosofo dell'esistenza”… (Tiziano Marcheselli)
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