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DIPINGERE FOTOGRAFANDO - personale di Giuliano Jack Giacopinelli

Galleria S. Andrea Via Cavestro, 6 Parma 27 settembre - 9 ottobre 2025

Inaugurazione della mostra personale Sabato 27 settembre ore 17,00

"Nella terza mostra di Giuliano Giacopinelli, detto Jack, è il colore a vibrare sotto il velo del reale come
un brivido improvviso, come un bambino che ci prende con urgenza per mano e ci trascina a sbirciare
fuori dalla finestra delle nostre certezze. Così ci ritroviamo a domandarci se ciò che stiamo fissando
è un dipinto o una fotografia, immaginando pennellate là dove le barche si specchiano nell’acqua
capricciosa, i legni si lasciano consumare dalla salsedine e i fiori giganteggiano nella nebbia. Il colore
ci chiama, ci cattura, ci coinvolge; mentre le linee ci ingannano, ci confondono, sembrano burlarsi
di noi e il premio, in questo gioco di illusioni e rimandi, è un affascinante squarcio di inatteso che si
schiude proprio al centro della più ordinaria quotidianità.
Il banale assurge a unico e irripetibile, colto dall’occhio allenato di Giuliano, nel momento esatto in
cui la luce gli cuce addosso una veste nuova e sorprendente. Sulle ruvide sponde del Po, come lungo
le dolci spiagge dell’Île de Saint-Michel, non c’è particolare a cui lo sguardo di Jack non doni una
carezza e che la sua mente non accolga con meraviglia. Tanta pazienza e una macchina fotografica
lo accompagnano nelle sue assorte camminate, mentre i passanti si interrogano su cosa faccia
quell’uomo in piedi per ore a osservare e immortalare vecchi cantieri navali, cartelloni pubblicitari
sbrecciati e altre piccole rovine. Non sanno che in quei modesti paesaggi lui scopre iridescenti planisferi,
fluttuanti balene, vorticose tempeste e sogni di costellazioni. Ciò che il tempo, l’incuria e l’acqua
rovinano, logorano e deturpano, lui coglie, valorizza e innalza a oggetto di comunicazione e riflessione,
ad arte.
Sono incontri casuali in cui la natura, la luce e le vestigia umane si intrecciano a creare orizzonti
imprevisti e fragili, pronti a esplodere di energia e a dissolversi l’attimo dopo, ma sono incontri a cui
Giuliano dà il tempo di succedere, a cui riconosce consapevole importanza: ritaglia loro uno spazio
di incantata premura, entra in punta di piedi nel loro minuscolo cosmo e ne esce portando con sé
tracce indelebili del loro fugace passaggio, che ci offre sotto forma di opere intense e avvolgenti.
Illuminanti deformazioni poetiche del nostro quotidiano, che ammaliano, disorientano e rivelano
un mondo altro sotto la crosta del già visto.
È la stessa sapiente e visionaria cura che Jack dedica, seguendo gli insegnamenti di Franco Barilli,
alla lavorazione del legno, di cui sono frutto esemplare e suggestivo le sinuose sculture qui esposte:
nessuno avrebbe saputo intuire le loro armoniose sembianze nelle informi e grezze radici strappate
alle fameliche acque del Grande Fiume; ma Giuliano ha concesso la sua attenzione, la sua fatica e
il suo immaginifico fiuto a quegli ammassi nodosi, che l’hanno ripagato disvelandosi a lui, aprendosi
come fiori antichi e zampillando di insospettabile e suadente eleganza, quasi a ringraziare del nuovo
destino che Jack, con il suo inconfondibile tocco, ha plasmato per loro.
A rendere possibile tutto questo fu Mauro Castrignano, alla cui memoria è dedicata la mostra:
collega, amico e mentore, trasmise a Giuliano la passione per l’osservazione, il gusto dell’attesa,
l’amore per il dettaglio e lacapacità di immergersi oltre la linea dell’apparenza per riportare a galla
non solo e non tanto lo scatto perfetto, quanto l’essenza inafferrabile, il nucleo autentico e il respiro
celato in ogni cosa. Un incontro che ha segnato l’esistenza e la ricerca di Giuliano fin dal suo nome
d’arte, coniato dalla giocosa fantasia di Mauro storpiando il cognome Giacopinelli
nell’americaneggiante Jack Pinelli.
Ad incidere profondamente sul suo percorso è stato poi il prezioso e costante confronto negli anni
con il fotografo Michele Galloni.
Ma motore e cuore pulsante dell’arte di Giuliano, da cui trae la serena forza del suo sguardo, restano
gli affetti più cari: l’instancabile compagna di vita e di viaggi Margherita, la solare figlia Amanda
e l’amatissimo nipote Yuri." (Monica Galloni)

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