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LUOGHI AMENI 2018 - 2021 personale di Marco Angelucci

Galleria S. Andrea 9 novembre - 21 novembre Via Cavestro, 6 Parma

Angelucci Marco è nato a Forlì il 16/07/1960. Diplomato al liceo artistico di Ravenna ha si è poi laureato il design del prodotto all'Istituto Europeo di design a Milano. Ha vissuto in Francia per circa 20 anni dove ha lavorato come art director in varie agenzie di pubblicità a Rouen (Normandia) e a Parigi. Poi ha lasciato tutto per tornare in Italia e dedicarsi alla pittura. Il suo spirito artistico è molto ispirato all’Art Brut francese e riflette sempre le sue pulsioni emotive e i suoi passaggi di vita. Ha lavorato per circa 10 anni come Arteterapeuta presso l'istituto psichiatrico dei Camilliani a Predappio. Ha collaborato a tante mostre collettive e personali. Nel 2011 una sua mostra personale a Parma alla Galleria Antica Farmacia San Filippo Neri ha riscontrato molto successo. Ora vive e lavora a Forlì.

"L'allestimento della mostra riproduce un percorso, forse emotivo o sentimentale, un vissuto rappresentato da colori netti e forti. Se la galleria fosse una linea retta ci sarebbe un inizio e una fine in un arco di tempo e così lo dobbiamo interpretare. Un sentiero dell'anima o della coscienza, dove, su una superficie bianca si stagliano segni che sembrano fendenti, schegge di vetro, lame di coltello, segni che urlano minacciosi o inascoltati ma in cui, in quel luogo, la luce ha il sopravvento sul dinamismo della vita. A questo luogo succede un luogo opposto dove il buio, tre opere al nero, sopraffà anche i segni più grossolani quasi sporcati, densi come catrame ma minacciati di scomparire.
Sei opere rosse si susseguono attraversate da una vitalità minima, pochi segni, intervallate da frenesie e confuse superfici, non nette, a volte incerte e sporche. Il rosso sostiene il nero senza spazi per altri colori. Un altro luogo si avvicenda dal colore viola, quasi fuori luogo, più che segni ci sono tracce, fittissime e leggere che sovente si intersecano senza mai uscire dal luogo. Poi torna il bianco, l'ultimo luogo come il primo, uno spazio illuminato chiaro con segni inquieti, molto marcati, voci. Il rosso ingentilito dal bianco, il bianco sopra il bianco in direzione diversa.
In ogni luogo un'opposizione, un contrasto forse un dolore. In nessuno luogo la pace, la contemplazione, l'assuefazione alla vita, all'eterno. Solo segni, tutto da interpretare o da indovinare, senza rimanere indifferenti. Ameni, un senso ironico del tragico, forse un approdo, una salvezza."
Luca Tegoni

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