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TRE di Teresa Ancora, Gaetano Barbone, Alessandro Mazzocchi
Galleria S. Andrea 29 Aprile - 11 Maggio Via Cavestro, 6 Parma
Teresa Ancora "La cattura ed il trattenimento della materia, l’accettazione e la conquista dell’oggetto trovano la propria giustificazione nella totalità espressiva, strumento che congiunge verso la dimensione inedita dell’individuo nel suo spazio. Teresa Ancora pone una propria capacità e perizia tecnica al servizio di una produzione artistica che è sintesi di differenti tensioni unitarie: aggiunzione e separazione lavorano all’interno di un medesimo campo di ricerca entro il quale conciliare sensibilità e pensiero. Tanto i quadri a tecnica mista, quanto nelle sculture\installazioni, l’espressione della materia -centrale perché viva, in movimento ed in continua ridefinizione – non è soltanto rappresentazione, ma diviene fondamento dialettico e strutturale. Se tutto parte dalla forma e dal colore, è nell’attuazione del pensiero attivo che si verifica il fenomeno artistico: il momento semantico, interpretativo, non può essere disgiunto da quello visivo ma – al contrario – compone con esso la totalità della sensazione percettiva “pura”. Le discrasie, le antinomie visualizzate nelle opere di Teresa Ancora paiono rivelare l’esistenza di un intero patrimonio di manifestazioni espressive primordiali, un’interiorità interpretata e restituita alla materia. Tale approccio – assieme mentale ed estetico – avvicina il lavoro dell’artista a ciò che potrebbe chiamarsi ricerca di una psicologia della forma, nel principio di correlazione tra emozione soggettiva e oggetto intenzionato. C’è una stretta corrispondenza tra pensiero ed il proprio immediato correlato visivo, un’esperienza che da individuale diviene collettiva nell’istante della sua realizzazione concreta: ciò che vediamo non è più “rappresentabile”, ma il multiforme insieme delle rappresentazioni possibili. "
Gaetano Barbone Un atto creativo può indifferentemente nascere dall'ossessione del raggiungimento di un obiettivo pianificato in base ad una ricerca formale o contenutistica o, al contrario, da un'imprevedibile esplosione in cui il prodotto artistico “si presenta da solo”, utilizzando le mani dell'artista per commissionare se stesso. Gaetano Barbone, in tal senso, si propone come assemblatore di elementi provenienti da qualche luogo sconosciuto. I simboli e le geometrie che gli escono di getto sono oscuri, ma comunicano la logica di una lingua intraducibile che però fa intuire la presenza di regole di sintassi. Barbone parla marziano ai terrestri e il fruitore deve operare lo sforzo di comprendere ritmo e pause del linguaggio al fine di strutturare un vocabolario che gli permetta la sua traduzione. La bellezza della sua opera sta nella fatica estetica che essa richiede per la sua stessa comprensione. Ceramiche e pitture, segni e figure sono l'enciclopedia di una civiltà aliena scomparsa o prossima alla nascita di cui egli si fa testimone eletto ma involontario. Dottor Simone Bertacca Psichiatra Psicoterapeuta
Alessandro Mazzocchi Nato a Padova il 17/01/1960, farmacista, vivo a Parma dal 1970. Mi sono occupato di poesia, pubblicando tre monografie (L'estate breve, Quando ti parlo, Rosalia rosa di Sicilia) e una biografia di Mons. Andrea Maggiali (Una vita di Studio e di Carità), Espongo per la prima volta fotografie di fiori e di frutti per lo più autunnali, come zucche, zucchette, melograni che rivelano il mio interesse per la natura morta, genere che in Italia ha avuto grandi maestri come il Caravaggio e Giorgio Morandi. Ho cercato di realizzare delle immagini, che attraverso lo studio della luce e la cura della composizione (per i fiori si potrebbe pensare a Giorgia O'Keefe e per i peperoni a Edward Weston) richiamino a un idea di bellezza senza tempo, qualcosa di classico che possa superare, con un pizzico di vanità, il consumismo dei nostri tempi. |